IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

  Visto  il decreto del Presidente della Repubblica in data 17 maggio
2006, con il quale l'on. Emma Bonino e' stata nominata Ministro senza
portafoglio;
  Visto  il  proprio  decreto in data 18 maggio 2006, con il quale al
predetto  Ministro  e'  stato  conferito  l'incarico per le politiche
europee;
  Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400;
  Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303;
  Ritenuto  opportuno delegare funzioni specifiche al Ministro per le
politiche europee;
  Sentito il Consiglio dei Ministri;
                              Decreta:
                               Art. 1.
  A  decorrere  dal  18 maggio  2006,  il  Ministro  per le politiche
europee,  on. Emma Bonino, salve le competenze attribuite dalla legge
al  Ministro  degli  affari  esteri,  e'  delegato  ad  esercitare le
funzioni e le attribuzioni di competenza del Presidente del Consiglio
dei  Ministri  dirette  ad  assicurare  la partecipazione dell'Italia
all'Unione europea ed in particolare quelle relative:
    a) alle   attivita'   inerenti   all'attuazione  delle  politiche
comunitarie   di   carattere   generale   o  per  specifici  settori,
assicurandone   coerenza  e  tempestivita',  nonche'  alle  attivita'
inerenti  alla partecipazione dello Stato italiano alla formazione di
atti e normative comunitari;
    b) all'attuazione  della  legge  16 aprile  1987, n. 183, e della
legge  4 febbraio  2005, n. 11, in particolare per quanto concerne la
predisposizione,  sulla  base delle indicazioni delle amministrazioni
interessate,  degli  indirizzi  del  Parlamento  e  del  parere della
Conferenza  permanente  per  i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province  autonome  di  Trento  e  di  Bolzano,  del disegno di legge
comunitaria,  seguendone anche il relativo iter parlamentare, nonche'
all'attuazione di questa ultima legge;
    c) all'armonizzazione  fra  legislazione  nazionale  e  normative
comunitarie,  individuando nella citata legge comunitaria annuale gli
strumenti   idonei  a  recepire  nell'ordinamento  interno  gli  atti
comunitari cne implicano i provvedimenti di attuazione ed assicurando
l'adempimento degli obblighi comunitari;
    d)  alle  riunioni del Consiglio dei Ministri dell'Unione europea
competitivita',   rappresentando   l'Italia   con   riferimento  agli
argomenti  posti  all'ordine  del giorno relativi al mercato interno,
nonche'  alle  altre  riunioni del Consiglio dei Ministri dell'Unione
europea,  con  esclusione  del  Consiglio affari generali e relazioni
esterne,  relative a singole questioni per le quali occorra garantire
la  presenza  del Governo il cui oggetto non rientri nelle competenze
di  altri  Dicasteri,  in  collaborazione,  ave  occorra,  con  altri
Ministri interessati agli argomenti in discussione;
    e) all'adeguamento  coerente  e  tempestivo delle amministrazioni
pubbliche  agli  atti  comunitari,  nonche'  alla  conformita' e alla
tempestivita'   delle   azioni   volte  a  prevenire  l'insorgere  di
contenzioso  e  ad adempiere le pronunce degli Organi giurisdizionali
comunitari;
    f)  alla  decisione  sull'opportunita' di presentare ricorsi alla
Corte di giustizia per la tutela di situazioni di rilevante interesse
nazionale  e  alla  decisione di intervenire in procedimenti in corso
nei quali siano in discussione questioni di rilievo nazionale;
    g) alla  presidenza  del  comitato  consultivo di cui all'art. 4,
comma 1, della legge 16 aprile 1987, n. 183;
    h) alla  formazione  di  operatori pubblici e privati, al dialogo
interculturale  con  riferimento  ai temi ed ai problemi europei e ad
altre  iniziative  di  sostegno alle politiche europee, sia a livello
nazionale  che,  d'intesa  con  il Ministero degli affari esteri, dei
Paesi  candidati  e  terzi  a  vocazione  europea, proniuovendo anche
strumenti di formazione a distanza e gemellaggi, nonche' l'azione del
comitato di cui all'art. 58 della legge 22 febbraio 1994, n. 146;
    i) alla  diffusione,  con  i  mezzi piu' opportuni, delle notizie
relative  ai  provvedimenti  di  adeguamento dell'ordinamento interno
all'ordinamento  comunitario  che  conferiscono  diritti ai cittadini
dell'Unione europea, o ne agevolano l'esercizio, in materia di libera
circolazione delle persone e dei servizi;
    l)   al   coordinamento,  nella  fase  di  predisposizione  della
normativa  comunitaria,  delle amministrazioni dello Stato competenti
per  settore,  delle  regioni,  degli operatori privati e delle parti
sociali  interessate,  ai  fini  della  definizione  della  posizione
italiana da sostenere, di intesa con il Ministro degli affari esteri,
in sede di Unione europea;
    m) alla  convocazione e presidenza del Comitato interministeriale
per  gli  affari  comunitari  europei (CIACE) di cui all'art. 2 della
legge 4 febbraio 2005, n. 11;
    n) alla   convocazione,   sentito  il  Ministro  per  gli  affari
regionali  e le autonomie locali, ed alla copresidenza della sessione
comunitaria  della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato,
le  regioni  e  le  province  autonome di Trento e di Bolzano, di cui
all'art.  17  della  legge  4 febbraio  2005, n. 11, e all'art. 5 del
decreto  legislativo 28 agosto 1997, n. 281, al fine di raccordare le
linee  della  politica nazionale relative all'elaborazione degli atti
comunitari    con   le   esigenze   rappresentate   dalle   autonomie
territoriali;
    o) alla  convocazione,  sentito il Ministro dell'interno, ed alla
copresidenza della sessione speciale della Conferenza Stato-citta' ed
autonomie  locali  dedicata  alla  trattazione  degli  aspetti  delle
politiche  comunitarie di interesse degli enti locali di cui all'art.
18 della legge 4 febbraio 2005, n. 11;
    p) al  coordinamento  delle  azioni  che  l'Italia e' chiamata ad
adottare  in  attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e
l'occupazione,  curando  la preparazione, la redazione e l'attuazione
del  Programma  nazionale  di  riforma  e  di  ogni altro adempimento
previsto nell'ambito della stessa Strategia di Lisbona;
    q) alla  presentazione,  previo  parere  della Commissione per il
coordinamento  delle  politiche economiche nazionali con le politiche
comunitarie,  dei progetti da finanziare con il fondo di cui all'art.
357 della legge 23 dicembre 2005, n. 266;
    r) al    coordinamento   in   ambito   nazionale   dell'attivita'
conseguente ai lavori delle agenzie europee di regolamentazione;
    s) alla   promozione,   in   collaborazione  con  le  istituzioni
comunitarie,  le amministrazioni pubbliche competenti per settore, le
regioni e gli altri enti territoriali, le parti sociali interessate e
le  organizzazioni  non  governative  interessate,  della  diffusione
dell'informazione  sulle  attivita'  della  Unione  europea  e  delle
iniziative   volte  a  rafforzare  la  coscienza  della  cittadinanza
dell'Unione;
    t) alla  proposta  delle candidature di cittadini italiani presso
le istituzioni, gli enti e le agenzie comunitarie;
    u) alla  rappresentanza della Repubblica italiana nell'ambito del
Centro nazionale di informazione e documentazione europea - C.I.D.E.;
    v) alle  attivita' inerenti alla partecipazione del Parlamento al
processo  di  formazione  della  normativa  comunitaria e dell'Unione
europea, di cui alla legge 4 febbraio 2005, n. 11;
    z) alle  attivita'  inerenti alla predisposizione della relazione
annuale  al  Parlamento  di'  cui  all'art. 15 della legge 4 febbraio
2005, n. 11.